La
cosmesi eco-bio è un modo di concepire la cosmesi ECOLOGICA, ossia
attenta all'ambiente grazie all'utilizzo di sostanze non chimiche e
di sistemi di produzione non inquinanti, e BIOLOGICA, in quanto le
sostanze utilizzate sono interamente naturali e provengono da culture
biologiche – che non utilizzano pesticidi e altre sostanze tossiche
per la coltivazione – .
Bandite
le sostanze derivate dal petrolio o da prodotti chimici di utilizzo
industriale, si punta su materie prime naturali come sostanze
estratte da vegetali, animali o minerali, senza agenti chimici.
La
cosmesi eco-bio inoltre è rispettosa della natura in generale e
quindi attenta anche alla tutela non solo dell'uomo e della sua pelle
(evitando l'utilizzo di sostanze e allergeni che possono nuocere la
salute, come nickel o alluminio), ma anche a quella degli animali:
non
vengono effettuati test sugli animali e gli animali non vengono
maltrattati o soppressi per la produzione dei cosmetici.
Come si riconosce
un cosmetico eco-bio?Ovviamente non è sufficiente che sulla confezione del prodotto siano utilizzate parole chiave come “natura”, “bio”, “eco”, “fito” etc. o che la confezione sia di colore verde o che gli slogan pubblicitari segnalino che il prodotto sia naturale.
Ci sono tantissimi finti eco-cosmetici e l'unico modo per non cadere in errore è leggere con attenzione l'etichetta e l'INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), ossia l'elenco degli ingredienti.
Come si legge l'INCI?
Il primo passo per distinguere i prodotti naturali da quelli chimici è fare attenzione alla lingua utilizzata; solitamente:
- il LATINO indica gli estratti vegetali ed ingredienti naturali, che quindi non hanno subito processi chimici
- l'INGLESE, invece, i componenti chimici e sintetici
Nell'INCI
non sono riportate le percentuali degli ingredienti utilizzati,
quindi l'unico modo per capire se vi sono effettivamente contenute
sostanze naturali e in quale quantità, è badare all'ordine di
elencazione degli ingredienti:
per
primi vi sono quelli in dose maggiore (solitamente al primo posto
troviamo l'acqua) e successivamente quelli in dosi minori.
Alla
formula base, seguono i principi attivi (nella parte centrale
dell'INCI), preceduti da tensioattivi, gelificanti e umettanti e
seguiti da conservanti, coloranti e profumi.
Più
l'elenco è breve, meglio è, poiché significa che le sostanze
naturali contenute sono in quantità maggiore.
Quali
sono le sostanze da evitare?
Se
si vogliono utilizzare cosmetici che non irritino e danneggino la
pelle con sostanze chimiche e spesso inutili, è necessario che i
prodotti che utilizziamo quotidianamente non contengano paraffine,
petrolati, siliconi, profumi o coloranti sintetici, che spesso sono
sottoposti a radiazioni, OGM e derivanti da animali (esclusi latte e
miele).
- SILICONI
sono
quelle sostanze che finiscono per
-one,
-thicone, -siloxane
(come
il dimethicone, il ciclopentaxilossano o cyclomethicone,
l'amodimethicone)
Se
si trovano in fondo all'INCI (cioè agli ultimi posti) allora sono
utilizzati come conservanti.
- PETROLATI
Composti
ricavati dal petrolio per distillazione:
- petrolatum
- paraffinum liquidum
- vasellina
- mineral oil
- PARABENI
Sono
composti chimici utilizzati come conservanti nei prodotti cosmetici e
farmaceutici e a volte anche come additivi alimentari.
Sono
molto utilizzati in quanto a basso costo e quindi convenienti per i
produttori.
I
più utilizzati sono:
Metil-Parabene
(E218; E219), Etil-Parabene (E214; E215), Propil-Parabene (E216;
E217), Butil-Parabene, Isobutil-Parabene, Isopropil-Parabene,
Benzil-Parabene.
Si
trovano specialmente nelle creme per il viso, negli struccanti, nei
detergenti intimi, nei deodoranti, nei dentifrici e negli shampoo,
nelle creme solari e nei doposole.
Sono
spesso causa di dermatiti, irritazioni cutanee e reazioni allergiche.
Già
da diverso tempo degli studi avevano cercato di testarne la
pericolosità, ma l'Unione Europea ne aveva sempre autorizzato
l'utilizzo nell'industria cosmetica come ingredienti sicuri:
attualmente, una nuova ricerca ha evidenziato che i parabeni sono
cancerogeni, ossia tra le cause di tumore alla pelle (specie al
seno).
- COLORANTI
- PROFUMI
- ALCOHOL (Isopropyl): utilizzato come solvente e denaturante (modifica le qualità naturali di un'altra sostanza), si trova nelle tinture per capelli, creme per le mani, dopobarba, profumi e molti altri cosmetici. E' una sostanza derivata del petrolio ed è usata anche come antigelo nei motori e come solvente.
- ALUMINIUM
- PEG (Polyethylene Glycol ), usato negli smacchiatori per sciogliere olio e grasso e PPG (Propylene Glycol ), ingrediente attivo negli antigelo. Non c'è differenza fra quello usato nell'industria e quello nei prodotti per la cura della persona. Lo possiamo trovare in molti prodotti per make-up, per capelli, lozioni, dopobarba, deodoranti, colluttori, dentifrici ed è usato persino nell'industria alimentare.
- COCAMIDI: DEA (diethanolamine), MEA (monoethanolamine) e TEA (triethanolamine), anche chiamati Cocamide DEA o MEA, Lauramide DEA etc. Sono i sensibilizzatori più usati nei cosmetici, gel, shampoo, creme, lozioni, ecc.
- EDTA (es. tetrasodium EDTA)
- Carbomer, Crosspolymer o Acrylate(s) o Styrene o Copolymer o Nylon
- Triethanolamine
- TRICLOSAN
Si trova nei detergenti, detersivi liquidi per piatti, saponi, deodoranti, cosmetici, lozioni, creme e persino dentifrici. Il processo di fabbricazione del triclosan può produrre diossina, la quale ha un enorme grado di tossicità.
- DMDM hydantoin, imidazolidinyl urea, diazolidinyl urea: Sono conservanti che rilasciano formaldeide; comuni in quasi tutte le marche di prodotti per la pelle, il corpo e i capelli, negli antitraspiranti e negli smalti per unghie.
- Formaldheyde, Methylchloroisothiazolinone, Methylisothiazolinone, Sodium hydroxymethylglycinate.
- Chlorexidine
- Nonoxynol o Poloxamer
- C e un numero dispari
- Tutti i numeri dispari (nella maggior parte sono sostanze da pallino rosso)
- Isopropyl
miristate, Isopropyl palmitate
- Sodium
Lauryl Sulfate (SLS) e Sodium Laureth Sulfate (SLES) :
si trovano nei saponi per auto, nei prodotti per pulire i pavimenti dei garage e negli sgrassatori dei motori: sono ampiamente usati nei cosmetici, dentifrici, balsamo per capelli, e in circa il 90% degli shampoo e prodotti che producono schiuma.
Qualche
esempio...
(Attenzione:
il biodizionario ( http://www.biodizionario.it/ ) riporta
in verde gli ingredienti biodegradabili e in rosso quelli non
biodegradabili; questo non significa necessariamente che un
ingrediente biodegradabile non sia dannoso per la pelle o che uno non
biodegradabile invece lo sia. Bisogna leggere attentamente il nome
della sostanza!)
Come si può notare dall'inci, questo sapone per l'igiene intima presenta al secondo posto (quindi una quantità notevole!) lo SLES (bilanciato con il disodium c. del terzo posto, ma comunque troppo in alto nell'inci per non essere considerato aggressivo!); al quarto e quinto posto un PEG e un PPG e così via.
Se rileggete la descrizione di queste sostanze vi accorgerete che sono la cosa meno indicata per un sapone che dovrebbe essere il più delicato possibile, visto quale dovrebbe essere il suo impiego!
Pantene - Pro-V - Shampoo anti-forfora
Se rileggete la descrizione di queste sostanze vi accorgerete che sono la cosa meno indicata per un sapone che dovrebbe essere il più delicato possibile, visto quale dovrebbe essere il suo impiego!
Pantene - Pro-V - Shampoo anti-forfora
Già la lunghezza di questo inci dovrebbe farci venire qualche dubbio:
dopo l'acqua troviamo due tensioattivi non proprio delicati, addensati con il sale al quarto posto, quindi il glycol distearate - che da quanto sono riuscita a capire è un filmante, quindi non affatto sano per i capelli - e un silicone (dimethicone) che visto il suo sesto posto non può essere giustificato come conservante!
Questo vorrebbe essere un antiforfora, quindi uno shampoo sgrassante ma delicato:
giudicate voi...
Cosa fare dunque?
Il
modo migliore per essere sicuri che il prodotto che andiamo ad
acquistare sia effettivamente naturale è fare attenzione alle
certificazioni rilasciate da organismi di controllo, che escludono
l'utilizzo degli ingredienti più nocivi nella composizione dei
cosmetici (si possono trovare sulle etichette dei prodotti).
Le
più note sono:
- ICEA (Istituto per la certificazione etica e ambientale), che segnala anche che il prodotto non è testato sugli animali (poiché si affida a controlli esterni)
- CCPB (Consorzio per il controllo dei prodotti biologici).
Non
bisogna poi dimenticare anche la data di scadenza: nei cosmetici eco bio
vengono utilizzati conservanti naturali, che ovviamente durano meno
di quelli sintetici.
Il numero riportato segnala i mesi dopo i quali il prodotto una volta APERTO è da considerarsi scaduto.
Infine,
un altro simbolo che attesta i prodotti come cruelty-free è il
cosiddetto "leaping bunny" (coniglietto che salta)
circondato da alcune stelline, ma non utilizzato da tutte le marche
che non testano.
Ovviamente
però questo non significa che tutti gli ingredienti chimici siano
dannosi:
ce
ne sono diversi ugualmente ecologici, che non danneggiano né la
pelle né l'ambiente... l'importante è saperli riconoscere!
Database Inci Cosmetici:
(NdA: le informazioni contenute nel seguente articolo sono state prese da vari siti internet, video di youtube ed altre fonti. Mi scuso per eventuali errori/inesattezze e invito a fare correzioni ed osservazioni secondo necessità. Grazie.)
Molto utile, grazie! ^_^
RispondiEliminaP.S. Mia mamma ginecologa lo dice da sempre che infasil è il male ahahhahha :))))
Enrica
Brava mamma ;)
RispondiEliminaQuesto post è utilissimo, l'ho messo tra i preferiti :) Bisous :) Mina.
RispondiEliminaVisit my blog, if you want: The Style Fever :)
Ma che piacere! Grazie davvero ;)
RispondiEliminaTorna a trovarmi!
Davvero un posto molto utile!
RispondiEliminaxoxo
Felice che ti sia piaciuto!! :)
RispondiEliminaA presto, bacioni!!
utilissimo, complimenti!
RispondiEliminase ti va passa a trovarmi: http://viviconvivi.blogspot.it/
grazie! adesso vado a farmi un giro sul tuo blog ;)
RispondiEliminaciao!
ancora la maggior parte delle persone non sa nulla di inci e acquista prodotti solo in base alla bellezza della confezione, bisogna diffondere queste informazioni e portarle a conoscenza di tutti, per questo ho scritto anch'io un articolo su come leggere l'inci, te lo lascio qui, ho appena scoperto il tuo blog e mi sembra molto interessante
RispondiEliminahttp://spignattoereview.blogspot.it/2013/10/prima-cosa-da-imparare-leggere-linci.html
Ti ringrazio :) Vado a "sbirciare" il tuo blog!!
EliminaA presto!